L’amico ritrovato


Non vedevo il mio amico da anni. Il mio caro amico. Abbiamo condiviso tanto in passato, ma poi si sa, la vita spesso ti separa dagli affetti più importanti.

Quando ci siamo visti è stato come avere ancora vent’anni. Com’è possibile? Eppure di acqua sotto i ponti ne è passata moltissima, troppa…

L’università, il lavoro, i fallimenti e poi moglie, figli, un divorzio alle spalle, una serie di hobbies da coltivare, i problemi economici, gli ideali per cui battersi andati in fumo.

Troppa acqua che era sgorgata pura dalla sorgente e si è inquinata nel tempo. Ed ecco che rivedo il mio amico, lo sguardo complice e l’abbraccio fraterno, ecco che tutt’un tratto l’orologio torna indietro e quell’acqua sembra schiarirsi. Perché ci siamo allontanati? Non ricordo neppure quando esattamente è successo.

So solo che adesso sei qui, di fronte a me, non abbiamo più vent’anni ma non importa, ora non importa affatto. Sei il mio amico e ti voglio portare a cena, sì, in un posto speciale non troppo lontano, a La Gabelletta di Amelia. La conosci?

E la nostra cena diventa un evento. In quel contesto raffinato e senza tempo, senza tempo siamo anche noi due. La cena, un bicchiere di vino e ci stringiamo la mano. Promettimi che ci sentiamo di nuovo, non facciamo passare altri decenni. Certo che no, ti chiamo presto…

E magari torniamo a questo convivio amerino.

Un altro abbraccio, caro amico di sempre.

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